ARCHEOLOGIA del MISTERO

UBUD BALI
Le cerimonie e i rituali di Bali
Ogni fase della vita di un balinese, cioè di un abitante dell'isola di Bali in Indonesia, dalla nascita alla morte, è contrassegnata da rituali e cerimonie, note con il nome di Manusa Yadnya. La prima cerimonia avviene ancora prima della nascita. E’ usanza, infatti, che le donne al terzo mese di gravidanza partecipino a rituali, in casa o presso corsi d’acqua, di buon auspicio per la salute del nascituro. Subito dopo la nascita del bimbo, alla placenta è riservata la cerimonia del seppellimento, alla madre e al padre, considerati impuri rispettivamente per 12 e 3 giorni, tocca la purificazione. Quando il bambino compie 105 giorni, allora, per la prima volta, può appoggiare i piedi per terra. Anche la scelta del nome del nascituro segue regole antiche: i balinesi hanno solo 4 nomi, il primo figlio si deve chiamare Wayan, il secondo Made, il terzo Nyoman e il quarto Ketut, se il numero dei figli è maggiore di 4 i nomi si ripetono con il medesimo ordine. Nella fanciullezza ai bambini è riservato il rituale della limatura dei denti per fare in modo che abbiano una dentatura regolare e diritta. Il matrimonio generalmente avviene in età precoce, non è combinato, ma a causa dell'esistenza delle caste devono essere seguite regole molto severe. Due sono le forme di matrimonio “mapadik”, in cui le famiglie dei due fidanzati si conoscono e l’uomo chiede, al cospetto dei parenti, la mano della sua donna e il “ngorod”, il cosiddetto matrimonio con fuga, in cui la coppia si nasconde e poi ricompare quando ormai è troppo tardi per fermarli (si usava anche da noi nei decenni scorsi..). Nella vita quotidiana uomini e donne hanno compiti differenti. Le donne si occupano della casa, di fare offerte agli dei (ogni casa possiede un sacrario), di recarsi al mercato e di concludere scambi commerciali. Gli uomini piantano il riso, si dedicano all’arte e accudiscono gli animali. La cerimonia conclusiva della vita di ogni balinese, la cremazione, è anche la più importante. Generalmente si svolge diversi anni dopo la morte fisica, in quanto la preparazione richiede molto tempo, nel frattempo il corpo viene seppellito. Al momento giusto il corpo è trasportato su un’asse ricoperta di stoffa, fiori, carta, nastri...Durante il trasporto, per far si che gli spiriti cattivi non rapiscano l’anima del defunto, l’asse è mossa in continuazione, in modo che la sua posizione non possa essere identificata dalle forze del male. La processione è accompagnata dalla banda gamelan e da musica assordante. La salma è quindi posta in una bara a forma di animale e immediatamente le viene dato fuoco. I turisti che assistono a questo rituale rimangono incantati dall’atmosfera particolare e pittoresca, così accadde anche a me nel lontano 1989, dove rimasi incantato da questi rituali così lontani dalla nostra cultura.

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