All'inizio il Cristianesimo non era altro che una delle tante religioni nuove arrivate dall'Oriente, che prometteva la realizzazione della vera salvezza e una sicura vita nella felicità dopo la morte. Nei primi periodi di predicazione gli apostoli e i cristiani in genere subirono ogni sorta di angherie e ingiustizie, tanto che fu addebitata a loro ogni colpa per ciò che non andava nelle città. Anche il Cristo fu accusato di essere un mago e molti dei miracoli che fece inducevano a pensarlo, perché negli insegnamenti dei maghi egiziani si trovavano numerose metodologie da lui usate, per produrre prodigi e guarigioni. Sarebbe però sminuire la figura del Salvatore relegarlo al posto di un mago, dal momento che il suo potere era di gran lunga superiore, essendo Lui stesso la Divinità Onnipotente. La Chiesa di Cristo fu importantissima nella cultura dei vari evi, ma, particolarmente nel medioevo, la sua principale funzione fu quella di garantire un supporto terreno del Dio vivente, per dispensare aiuti nelle più disparate situazioni, dalla protezione, all'allontanamento della cattiva sorte. All'epoca di Gesù, vi era una varietà di specialisti abili a scacciare cattivi spiriti e demoni. Anche San Paolo incontrò ad Efeso un gruppo di esorcisti, che si facevano onore alla corte dell'Imperatore Vespasiano. Fu qui che in un certo senso iniziò la devozione delle reliquie; infatti, dopo che San Paolo, con vari miracoli, testimoniò la potenza del Divin Maestro, i sacerdoti di Efeso portarono ai malati e indemoniati pezzetti dei fazzoletti e delle vesti del santo. Col sorgere di una chiesa più organizzata e colta, furono nominati vari esorcisti, che ebbero molti successi. Anche nel medioevo si continuò a curare i malati con l'esorcismo, facendogli toccare indumenti di santi, reliquie o addirittura portandoli sulle tombe dei martiri, e spessissimo furono guariti, come capitò al folle che si riebbe, dopo essere stato gettato sulla tomba di san Francesco d'Assisi.. Una, persona posseduta si comportava, e si comporta, come se un'altra identità si muovesse in lei, prendendone il controllo. Nel Cristianesimo, e in altre dottrine antiche, erano importantissime le visioni e le esperienze estatiche. Quando sette settimane dopo la Pasqua, i discepoli di Gesù si radunarono, come raccontano i vangeli, furono investiti da un vento forte e poi da lingue di fuoco che si posarono su di loro, donando ad ognuno dei poteri. Era la discesa dello Spirito Santo promessa dal Maestro, che li avrebbe consolati e gli avrebbe conferito la potenzialità dello stesso Cristo. Così tra i primi carismi si notò il dono delle profezie e delle guarigioni miracolose, quello che fanno ancora dei movimenti di preghiera cattolica chiamati Carismatici, i quali hanno ereditato dagli antichi discepoli i carismi e che li dispensano a chiunque con fede li desideri. In seguito l'atteggiamento della Chiesa mutò, non fu più permissiva nei confronti di chi era illuminato dallo Spirito, e iniziò una sorta di diatriba, arrivando ad additare ogni evento miracolistico o "magico" come manifestazione del demonio, forse perché a loro era sconosciuta la sensibilità dell'anima per provare i portenti della Grazia. La nuova religione crebbe in un mondo pagano e tutti i nuovi convertiti portarono con sé le vecchie usanze, che si miscelarono poi con il Cristianesimo. Per esempio, non conoscendo esattamente la data di nascita del Messia e avendo adorato in precedenza il Sole nel culto mitralico solare, decisero di festeggiare la nascita del Salvatore il 25 dicembre, giorno dell'anniversario del Sole e il primo del solstizio invernale. La mancanza in questa nuova religione di una madre protettiva e generosa, fu colmata dal culto rivolto alla Vergine Maria, che acquistò molti dei poteri prima attribuiti alle dee della fertilità. La Chiesa nei suoi primi quattro secoli, passò dall'illegittimità, a religione di stato; molto del merito fu della così detta magia della chiesa, che, nonostante tutto, fu aborrita dalla Chiesa stessa. Teologicamente non volle accettare nemmeno la distinzione tra magia bianca e nera. Ogni magia era cattiva. In ogni caso la magia che faceva parte della chiesa, esorcismi, protezioni, formule miracolose, abitini protettivi ecc. la giustificarono, affermando che non era magia, ed è facile con questo concetto giustificare il proprio operato nella magia. Non si poteva immaginare un uomo che compisse dei prodigi con le sue sole capacità. Se non era un santo, le sue meraviglie erano opera di Satana e delle sue legioni, con cui egli stesso era in accordo. La gente, però, continuò a credere nella magia della Chiesa. La venerazione dei martiri e delle loro reliquie, per esempio, aveva scopi magici oltre che religiosi. Molti fedeli portavano degli amuleti contenenti frammenti di ossa di santi o martiri e scrivevano messaggi di aiuto sulle tombe di questi. Vi erano pressioni così forti, per essere seppelliti vicino ad un martire, da indurre la Chiesa a ricordare che per salvarsi, era meglio imitare la virtù dei martiri piuttosto che essere vicini al loro cadavere. L'Imperatrice Costanza chiese a Gregorio Magno la testa o qualche parte di san Paolo; il Papa rifiutò e le mandò invece la limatura delle catene che l'apostolo aveva portato in prigione. Per questa mania "santa" furono disseppelliti tutti i potenziali santi, con la scusa che il Codice Ecclesiastico richiedeva che ogni chiesa possedesse almeno una reliquia nel suo altare principale. Anche gli oggetti associati al Cristo stesso e alla Madonna furono venerati, e, nonostante i teologi ritenessero che le reliquie erano solo un canale utile a Dio per operare, per i fedeli esse erano pervase da un potere o fluido magico. Nel medioevo molte chiese e monasteri si riempirono di vere collezioni di reliquie. La chiesa del SS Salvatore, comunemente detta san Giovanni in Laterano, a Roma, possedeva (e c'è ancora) un'asse del tavolo dove si consumò l'ultima cena del Signore; la chiesa di Trier possedeva una tunica dello stesso Gesù, mentre in Santa Croce in Gerusalemme, nota basilica romana, ci sono ancora le reliquie della passione: un chiodo, delle spine della corona, del legno della croce e addirittura la scritta I.N.R.I. Molte chiese ostentavano anche reliquie curiose, tipo una penna de1l'arcangelo Gabriele, un otre racchiudente l'oscurità dell'Egitto imposta da Mosè, i raggi della cometa di Gesù e per finire delle ampolle con il latte della Vergine. Quando non si poteva reperire una reliquia, si fabbricava andando in un santuario e appoggiando delle vesti sulla tomba di qualche martire. Una delle usanze della Chiesa per dare aiuto ai fedeli era l'Agnus Dei, formato da una piccola placca di cera raffigurante l'agnello; benedetta personalmente dal papa e immersa nell'acqua santa, proteggeva i fedeli dagli attacchi del male. Ancora usata fino a circa venti anni fa, poi caduta nel dimenticatoio, mi capitò di incontrare questa devozione, ancora praticatissima, nello stato di Rio De Janeiro, dove dei maghi-santoni, lo distribuiscono. Il più magico dei rituali cristiani è sempre stata la messa. Nella sacra celebrazione c'è addirittura la trasformazione del pane e del vino in corpo e sangue del Redentore, mezzo divino per unirsi profondamente al Creatore. La Chiesa rafforzò nel medioevo tale credenza con una delle leggi della dottrina ecclesiastica, affermante che il prodigio del pane e del vino avveniva indipendentemente dallo stato di purezza del sacerdote. Questi, anche se in peccato mortale o sospeso "A Divinis", poteva compiere il sacro rito, dato che la messa aveva un suo potere indipendente, a prescindere dalla spiritualità e dal motivo per cui la si celebrava. Nacque allora l'usanza di celebrare la messa come atto propiziatorio per le situazioni più svariate, dalla benedizione dei raccolti alla protezione di un bambino, sino a sconfinare in vere e proprie messe private per ottenere prosaici aiuti per tutte le circostanze. Fu poi vietata tale pratica dal Sacramentario Gelasiano, che evidentemente prevedeva lo sconfinamento di un così santo rito nelle pratiche della magia nera satanistica, culminante nelle Messe nere per adorare il Diavolo. La Messa nera è un rituale in totale contrapposizione con la Messa cristiana, ed è un rito dissacratorio e infamante contro il Creatore. Era praticata in un luogo sconsacrato da un sacerdote incline alla magia nera (in passato ce n'erano molti); si usavano come ingredienti del rito il pane e il vino, che, dopo essere stati consacrati, erano mischiati con sperma e umori femminili allo scopo di provocare il sacrilegio e perciò di piacere a Satana. Il tutto si concludeva in un'orgia tra i partecipanti. Da allora. i materiali sacri adoperati nelle varie liturgie furono conservati con estrema cura, con particolare riguardo all'acqua santa e ai vari oli santi, dato il loro comune uso nella stregoneria. Al profano sembrerà strano l'accostamento dei materiali della Chiesa con la stregoneria. Il fatto si spiega precisando che il Maligno ha accordato sempre grandi prodigi a chi ripudiava la propria religione e si adoperava per commettere sacrilegio contro di essa. Tuttora gli stregoni usano consacrare le bambolette per le fatture con l'olio santo, perché, commettendo tale sacrilegio si agevolerà la riuscita dell'impresa. La tradizione magica occidentale è stata fortemente influenzata da quella ebraica. La magia ebraica vedeva in Mosè il suo fondatore, ma in realtà era un agglomerato di tradizioni, dall'egiziana alla mesopotamica, con influenze greche; godeva in ogni modo nel mondo antico di grande rispetto. La figura più di rilievo fu il leggendario Re Salomone, la cui fama di grande mago dura tutt'oggi. Nell'Antico Testamento si dice che gli furono date dal cielo potenza e ricchezza e, cosa più importante, "tutta la saggezza dell'Egitto", quasi a rafforzare la sua fama. Il Salomone storico visse circa nel decimo secolo a.c. e fu in realtà il più potente dei re ebraici. Costruì in Gerusalemme l'imponente tempio, dove si consumò l'agonia del Cristo, che per grandezza e splendore si diceva fosse stato costruito con l'ausilio degli angeli. Si credeva che Salomone possedesse un anello magico, datogli da Dio, con il quale era in grado di controllare la natura, le persone, gli spiriti. Lo usò per sottomettere i demoni che minacciavano la costruzione del tempio, costringendoli a lavorare per lui, tanto da impiegare solo sette anni per edificarlo. Sembra che capisse il linguaggio degli animali, uccelli compresi. Vari furono i libri attribuiti a lui e alla sua scuola, tra questi spicca il più importante libro occidentale di magia, La chiave di Salomone, che svela come ottenere il controllo degli spiriti e dei demoni. Convinta era anche la fede ebraica negli angeli, adottata poi dai cristiani. Nel libro Il testamento di Salomone, si spiega come ottenere dagli arcangeli particolari favori e i nomi e i poteri dei principali quindici demoni dell'inferno. La spada di Salomone, del decimo secolo, comprende vari tipi di sortilegi che, come illustra il sottotitolo, servono per compiere ogni tipo di prodigi: in quale modo azzoppare un uomo, come camminare nell'acqua senza bagnarsi, per arrivare alla cattura di un leone rimanendo illesi. Sempre in questo importante testo viene rivelata una preghiera che permetteva di ricevere da Dio il dominio di angeli e demoni. Una copia della Chiave di Salomone si trova, ancora visibile, al British Museum di Londra. Importantissimi libri derivati dalla tradizione ebraica furono i famosi Grimori, veri e propri trattati che comprendevano uno studio sui nomi di Dio, tra cui alcuni segreti e misteriosi, da usarsi come formule per arrivare a Lui e farsi accordare grazie particolari. I significati di questi nomi furono accuratamente studiati da mistici e teologi, che compresero il potente valore di tali pratiche, tanto da essere segretamente usate dagli esponenti della Chiesa ai suoi massimi livelli. Sempre l'ebraismo fu più permissivo del cristianesimo, consentendo ai suoi ministri di praticare simili riti, come per la Cabala. Il medioevo ereditò anche l'Alchimia, come per altre dottrine, dal popolo arabo. Si trattava di un insieme di religione, astrologia e ottime tecniche di lavorazione dei metalli. L'alchimista, attraverso lunghi procedimenti e devote preghiere, cercava la famosa Pietra filosofale, che avrebbe permesso di tramutare in oro qualsiasi metallo e, ancora più importante, sarebbe riuscita a curare qualsiasi malattia, donando al possessore di essa eterna giovinezza. Per certi versi si potrebbe considerare l'alchimista come il moderno farmacista, che saggiamente univa alla tecnica devote preghiere a Dio. I primi trattati di tale arte vennero attribuiti a Ermete Trismegisto, a Mosé, a Cleopatra e a grandi filosofi, quali Pitagora e Platone. Anche in questo campo però mise il naso l'autorità. ecclesiastica con il suo diniego, tanto da indurre gli alchimisti ad usare tutto un linguaggio ermetico per tramandare le loro ricerche. Nonostante un grande alchimista spagnolo, Arnaldo da Villanava, avesse guarito papa Bonifacio VIII da un attacco di calcoli, papa Giovanni XXII screditò tutta la congrega degli alchimisti, accusandoli di essere degli imbroglioni. Quando morì nel 1334, fu creduto lui stesso un grande alchimista, data l'imponente quantità di oro e monete lasciate, che era, per le condizioni del tempo, impossibile racimolare. Si cercò in quei tempi di legittimare l'astrologia, se non altro per cercare di non perdere i moltissimi fedeli che vi credevano. Infatti, i cristiani accettavano tale dottrina con l'alibi che le stelle erano il mezzo dell'Onnipotente per dare dei messaggi all'uomo circa le sue intenzioni e perciò era anche giustificato, essendo i pianeti dei potenti demoni, dare uno sguardo ad essi per tenerli a bada. San Tommaso d'Aquino, prendendo spunto dalle argomentazioni di sant'Agostino, spiegava il potere di predizione dell'astrologia, dicendo che i pianeti governavano le persone schiave dei loro desideri ma che niente poteva sulle persone evolute spiritualmente, dato il distacco di esse dal mondo fenomenico temporale. La Stregoneria, ampiamente praticata nel medesimo periodo, era la perfetta antagonista della magia buona e bianca. Essa si serviva dell'ausilio del demonio per ottenere, attraverso l'uso più disparato di diversi materiali, vari prodigi contro Dio e contro le persone, rimanendo però sempre nella realtà di bassa magia malefica. Il devoto di tale nefanda arte, era sempre una donna, che spesso era completamente votata al male e che si concedeva in maniera fisica al diavolo per caricarsi di tali poteri. Essa ricorreva a pozioni magiche, filtri d'amore e nel peggiore dei casi, anche alla fattura, per accontentare i suoi clienti. La stregoneria servì come capro espiatorio per tutte le varie disgrazie ed epidemie dell'epoca, al fine di trovare una spiegazione, per i più accettabile di ciò che succedeva, spingendoli così ad accostarsi per timore alla fede e usando i rimedi leciti della chiesa per proteggersi dai vari mali. La vittima di una stregoneria praticava dei metodi per scoprire la strega, arrivando anche a linciarla, una volta scopertala se non riusciva a denunciarla alle autorità della Santa Inquisizione, che l'avrebbe destinata al rogo. Questo perché era credenza antica che il male cessasse con la morte con la morte della strega stessa. Essa appariva in genere con sembianze umane, ma poteva trasformarsi a piacere in un lupo, un gatto o un mostro, e vagava per uccidere i fanciulli nelle loro culle. Mentre nel cristianesimo medioevale si idealizzava il monaco perché rinunciando ai piaceri temporali, era votato solo alla venerazione di Dio, il Rinascimento creò l'ideale dell'Uomo Universale, portato alla scoperta di tutti gli aspetti della natura, che orgogliosamente tentava di dominare. Questa apertura mentale portò la magia a contribuire allo sviluppo della scienza e della medicina, cercando quelle influenze, catalogate come magiche, per cercare di spiegarle e renderle riproducibili, senza più attaccare il cristianesimo ma, anzi, attribuendo ad esso un importante valore esoterico. Alcune grandi personalità di quest'epoca che si occuparono di questo furono Agrippa, Paracelso, Nostradamus, Giordano Bruno. Heinrich Cornelius, nominatosi nobile con il nome di Agrippa von Nettesheim, fu l'autore del libro De occulta Philosophia (1533), la cui semplicità di esposizione e la poetica stesura, lo resero un vero best seller del passato, celebrato come uno dei più influenti libri magici dell'epoca. Agrippa si interessò dell'evocazione degli spiriti, di numerologia e fu particolarmente attento agli effetti psicologici della magia sull'uomo. Il suo traduttore inglese credeva che egli avesse raggiunto le supreme altezze dell'arte, tanto da essere lui stesso demone, eroe e dio di tutte le cose. La sua vita è velata di mistero. Nato a Colonia nel 1486, visse della sua conoscenza di astrologo, mago e medico di corte, arrivando ad essere consigliere finanziario e agente governativo. Viaggiò molto in Europa, fondando varie società segrete, che lo consacrarono grande esperto di magia nera, tanto da considerare il suo amato cane nero, come il demone che lo seguiva ovunque. Altra grande figura fu quella del bizzarro e straordinario Bombasto von Hohenheim, che si battezzò in arte Paracelso. Nato nella Svizzera tedesca, apprese dal padre l'alchimia, la metallurgia e la medicina, ed, errando in tutta Europa, tenne discorsi a grandi folle di studenti entusiasti di ascoltarlo. Si dice che riuscì a produrre la pietra filosofale, ma il suo più grande merito fu quello di aver introdotto nella medicina i minerali come veri e propri farmaci. Raramente sobrio per il grande uso di vini d'annata, scrisse vari libri di occultismo, che sono ancora oggi difficili da interpretare, ma che possiedono sprazzi di genialità. Alla corte di Caterina De Medici, nota protettrice di maghi e astrologi, si formò il famosissimo Michel de Notre-Dame, in arte Nostradamus (1503-66). Nacque in terra di Provenza da una famiglia convertitasi al cristianesimo, quando egli era ancora bambino; si dedicò agli studi esoterici, rimanendo impressionato molto dalla cabala e dai misteri egiziani. Medico ed astrologo, dal 1550 pubblicò un almanacco annuale di predizioni, che compilò scrutando una sfera di vetro ricolma d'acqua. Captava così una serie di previsioni e profezie, che metteva per iscritto in maniera sibillina; mescolando francese, italiano, provenzale, latino e greco. Nostradamus pubblicò la sua prima serie di profezie nel 1555 e la raccolta completa nel 1568. Esse fecero grande sensazione, tanto da essere tradotte in tutti i paesi europei di allora e di oggi. Anche il grande filosofo e poeta Giordano Bruno appartenne alla schiera dei maghi e degli iniziati. Ex domenicano, accusò il cristianesimo di aver oscurato la vera religione solare. Nato a Nola, presso Napoli, nel 1548, Bruno accettò l'astronomia di Copernico e andò oltre immaginando che l'universo fosse infinito e il nostro sistema solare fosse solo uno dei suoi innumerevoli mondi. Consigliò l'uso di protezioni e pentacoli astrologici per esaltare le proprie difese, ma aborrì il ricorso agli angeli, data la sua repulsione per il cristianesimo. Fu prima accettato e poi scomunicato dai Luterani e dai Calvinisti. Tornò infine in Italia, dove fu catturato e condannato al rogo come eretico dall'Inquisizione nel 1600. Passando dal mago individualista alle sette magiche, non si può fare a meno di citare l'ordine segreto dei Rosacroce. Era una setta dedita all'Alchimia mistica, che attirò nei suoi ranghi molti cattolici e protestanti; si era all'inizio del diciassettesimo secolo. Questo ermetico ordine promulgò la pubblicazione di tre documenti originali dei Rosacroce, che destarono un enorme interesse e grande eccitazione. Questi documenti annunciavano l'esistenza di una segreta confraternita di maghi dedita alla ricerca dell'oro filosofale e alla perfetta realizzazione dell'ideale cristiano, esortando le persone ad aderire a tale iniziativa, senza però dare alcuna informazione su come fare per entrarvi. Si credeva che tale confraternita fosse stata fondata da Christian Rosenkreutz, nato in Germania nel 1378 e allevato in un monastero. Egli fu raggiunto nel suo monastero da tre confratelli, che misero per iscritto i suoi insegnamenti, con i quali guarivano le enormi masse di sofferenti che si recavano da loro. Altri cinque confratelli furono iniziati in seguito, con l'accettazione della castità quale rinuncia di fondo. Rosenkreutz visse fino a 106 anni, alla sua morte fu seppellito sotto un altare circolare in una stanza dai sette lati e sopra la cripta fu deposta ogni sorta di materiale per praticare la magia. Alcuni dei successivi confratelli fecero una ricognizione nella sua tomba dopo 120 anni e trovarono ancora il corpo incorrotto e perfettamente conservato. Ed eccoci giunti alla rinascita magica contemporanea. Per la maggior parte del diciottesimo secolo la magia passò un momento di grande depressione. I grandi maghi del passato furono sostituiti da ciarlatani come Cagliostro o il conte di Saint Germain. Furono stampati molti grimori, ma per lo più erano dei veri e propri trattati di magia inventati solo allora. Tutto l'interesse che suscitava queste pratiche sembrò quasi svanire con l'operato di tanti mistificatori. In quell'epoca uno dei più famosi occultisti fu un certo Umberto Balsamo, sedicente conte di Cagliostro, di origini siciliane, ma di fama internazionale. Fondò il Rito Egiziano della Massoneria, di cui fu a capo, e la moglie era a capo delle sette femminili, come Regina di Saba.