La Passione secondo Matteo
Secondo Matteo, i leader ebraici sono pienamente responsabili anche del sangue di Gesù. Molte delle storie presenti nel racconto della Passione in Matteo sono desunte da Marco, e uno studio dettagliato dei modi in cui sono state modificate può dare molta soddisfazione. Diversi cambiamenti servono a rimarcare l'innocenza di Gesù e la colpa corrispondente dei capi ebraici che chiedono la sua morte. Come in Marco, per esempio, Pilato offre di rilasciare un prigioniero in onore della festività pasquale. Nel resoconto di Matteo, però, il governatore romano è chiaramente favorevole a rilasciare Gesù, che non il tristemente noto Barabba. In parte, Pilato agisce su consiglio della moglie, la quale gli racconta di essere rimasta turbata da un brutto sogno che riguardava Gesù, secondo lei innocente (solo in Matteo). I <<capi dei sacerdoti e gli anziani>, però, incitano la folla a chiedere che sia rilasciato Barabba. Pilato ripete che Gesù non merita di essere punito, perché non ha commesso niente di male, ma il tumulto aumenta e la folla chiede la sua crocifissione. E siamo così al famoso e sventurato racconto, presente solo in Matteo. Pilato si fa portare dell'acqua e si lava le mani del sangue di Cristo, dicendo: «Non sono responsabile di questo sangue: vedetevela voi!>>. Tutto il popolo risponde con parole che nel tempo sono servite agli scopi più ignobili: «Il suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli». Qui gli ebrei si riuniscono a Gerusalemme per rivendicare la responsabilità dell'ingiusta esecuzione di Gesù. Nei secoli, questo versetto è stato usato per ogni sorta di atto di antisemitismo, come se gli ebrei non presenti alla scena potessero essere ritenuti responsabili delle azioni di chi c'era. Matteo, comunque, non raffigura tutti gli ebrei in modo negativo, come nemici di Dio, come “uccisori di Cristo” (un'espressione antisemita che deriva in gran parte proprio da questo versetto). Semmai il contrario. Come abbiamo visto, Gesù stesso è un ebreo in questo Vangelo, come lo sono tutti i suoi discepoli. Lui è il messia ebreo che discende da Davide, il nuovo Mosè che incita i suoi seguaci ad adempiere la Legge ebraica. Ogni qualvolta Gesù bastona degli oppositori specifici, si tratta sempre di leader ebraici (farisei, scribi, capi dei sacerdoti e così via). Anche nel processo di Gesù davanti a Pilato, dove Matteo sembra attribuire tutta la responsabilità dell'ingiustizia agli ebrei presenti, i reali colpevoli sono i «sommi sacerdoti e gli anziani», che incitano la folla a dire quello che vogliono loro. Quindi, il problema per Matteo non è: mai rappresentato dagli ebrei o dalla religione ebraica in sé; bensì dalle autorità ebraiche. Questo Vangelo afferma costantemente l'ebraismo, almeno nell'interpretazione che ne da il Gesù di Matteo.