Il Vangelo di Pietro
Come abbiamo visto, i Vangeli del Nuovo Testamento sono anonimi; ci sono altri Vangeli dedicati a Gesù, però, che sostengono di essere opera dei suoi apostoli in persona, sebbene oggi siano perlopiù ritenuti dei falsi o pseudepigrafi (letteralmente “falsamente iscritti”). Uno dei più affascinanti è quello scoperto nel 1887 nella tomba di un monaco e scritto, a quanto pare, da Simon Pietro. Purtroppo, nella tomba abbiamo trovato solo un frammento del vangelo di Pietro, la parte in cui si racconta il processo davanti a Pilato, la crocifissione e la resurrezione di Gesù. Il testo presenta molti punti di contatto con i Sinottici, in particolare con Matteo. Anche qui, per esempio, incontriamo la scena in cui Pilato si lava le mani per proclamare la propria estraneità nella morte di Gesù e la scena dei soldati messi a guardia del sepolcro (episodi presenti esclusivamente in Matteo). Con alcune differenze interessanti però. Quando Gesù viene crocifisso, il vangelo di Pietro dice che stava in silenzio «come se non sentisse alcun dolore». Possibile che il suo pseudonimo autore ritenesse Gesù un essere di natura totalmente divina, non umana, e che per questo dunque non poteva soffrire? Un'altra differenza ancora: in questo Vangelo sono gli ebrei, e non i Romani, a essere totalmente responsabili della morte di Gesù; gli ebrei, destinati a pentirsi amaramente per ciò che hanno commesso. Siamo di fronte a un Vangelo ancor più antigiudaico di quelli contenuti nel Nuovo Testamento? La parte più interessante in questo Vangelo si trova verso la fine. Nel Nuovo Testamento, quando Gesù risorge, nessuno lo vede. Nel vangelo di Pietro, invece si. Sotto gli occhi dei soldati che stanno di guardia, la pietra messa a sigillo dell'ingresso rotola via da sola, due angeli discendono dal cielo ed entrano nel sepolcro. Ne riemergono tre figure: la testa di due di loro giunge fino in cielo; quella del terzo, che gli altri due sorreggono (cioè Gesù), addirittura l'oltrepassa. Li segue la croce stessa. Poi una voce dall'alto domanda: «L'hai annunziato ai dormienti [cioè ai morti]?>>. E la croce risponde: <<Si!>>. Senza dubbio si tratta di un racconto straordinario: un Gesù gigante e una croce che parla e cammina! Alcuni cristiani antichi pensavano che questo libro fosse stato davvero scritto da Pietro e lo consideravano Sacra Scrittura. Immaginate come sarebbe stato diverso il Nuovo Testamento se il vangelo di Pietro alla fine fosse stato incluso nel canone.