ARCHEOLOGIA DEL MISTERO

La "Manna" di S. Nicola

Nel corso della sua lunga storia, la città di Bari ha accumulato un patrimonio ricchissimo di culture religiose in relazione ai frequenti
contatti con altri popoli. Strettamente connessa alla devozione cristiana verso il patrono S. Nicola, è la tradizione dei poteri taumaturgici della "Santa Manna".

San Nicola, oggi detto di Bari, fino all'anno mille era chiamato san Nicola di Mira in Turchia dove era seppellito. Nel corso di una crociata venne trafugato il corpo e portato a Bari proprio per il miracolo della santa Manna che avvolgeva di mistero il santo. Già a Mira, nell'odierna Turchia, le ossa del santo si imperlavano di un liquido denso, trasparente, profumatissimo e dalle grandi qualità di guarigione e conversione. San Nicola è il santo che ha dato inizio alla leggenda di Babbo Natale ovvero Santa Klaus, appunto san Nicola. La tradizione vuole che il santo aiutasse le ragazze povere che non potevano sposarsi perché non aventi la dote e il corredo. Dote, corredo e doni che lui faceva materializzare nella casa delle ragazze permettendo loro di sposarsi. Da questo la leggenda di Babbo Natale che porta i doni ai bambini... Torniamo alla storia.. Nel 1955 le ossa del Santo furono trovate immerse in un liquido trasparente che occupava il fondo del loculo. Di cosa si trattava? Frequenti sono i riferimenti verso la fine del IX secolo e agli inizi del X ad un liquido miracoloso: ne parlano Niceta di Paflagonia (885 c.), il Sinassario costantino- politano (900 c.) e l’anonimo autore dell’encomio «Mnème dikaìou» (920 c.). E’ stato inoltre ampiamente attestato che i pellegrini venissero a Bari, attratti dalla "Santa manna" emanata dalle ossa del Santo. Nel 1954, causa lavori di ripristino della cripta, il corpo di S. Nicola fu  riesumato e le ossa, ricomposte in un’apposita urna, furono per tre anni esposte alla venerazione dei fedeli nella "sala del tesoro". Contestualmente furono condotte analisi scientifiche attestanti la provenienza del liquido dalle ossa del Santo. Dal 1980 la "Manna» viene ufficialmente prelevata ogni anno il 9 maggio, festa della Traslazione, dal Rettore della Basilica, alla presenza del Delegato Pontificio, I’Arcivescovo di Bari, delle autorità, del clero e dei fedeli, a conclusione di una solenne celebrazione religiosa. Per mezzo di una spugna, la poca quantità di liquido formatasi nel corso dell’anno precedente viene mischiata con acqua comune, con cui vengono riempite le innumerevoli boccettine da distribuire a chiunque ne faccia richiesta. La bottiglia che vedete è un pregiato contenitore della Santa Manna di San Nicola. E' in vetro soffiato di murano e dipinta a mano con le effigi del santo in abito episcopale. Proviene dal santuario barese custode del corpo del santo. In questa specifica ampolla insieme alla santa Manna ha proliferato una microalga che, da oltre venti anni che la conservo, diventa più verde in primavera. Il nastro al collo dell'ampolla è del tessuto che ha coperto anni fa le ossa di san Nicola. Mentre queste sono le foto del tappo con il sigillo in ceralacca rossa che garantisce che all'interno ci sia la vera e miracolosa Manna di san Nicola.

 

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