IL NUOVO TESTAMENTO

NOTIZIE di BASE sul GESU' storico

1 Gesù morì intorno al 30 d.c., i Vangeli furono scritti dai 35 ai 65 anni dopo, fra il 65 e il 95 d.c.           2 Gli autori dei Vangeli inclusi nel Nuovo Testamento sono anonimi, non si chiamano come è consuetudine chiamarli; non dicono di essere stati testimoni oculari degli eventi che raccontano.                     3 Gli autori dei Vangeli hanno ereditato un patrimonio di storie su Gesù da tradizioni orali che erano state in circolazione per i decenni intercorsi tra i fatti e la stesura dei Vangeli stessi.                           4 Le storie tramandate oralmente tendono a cambiare nel tempo, a volte in maniera rilevante.             5 Ci sono prove che i Vangeli contengano storie modificate nel lungo processo di trasmissione; per esempio, quando Vangeli diversi raccontano la stessa identica storia in modi diversi o addirittura inconciliabili.       6 Dal punto di vista letterario, ogni resoconto dovrebbe quindi essere studiato singolarmente. Non dobbiamo partire dal presupposto che tutte le narrazioni vogliano comunicare lo stesso messaggio.                 7 Da un punto di vista storico, inoltre, le differenze nelle nostre Fonti ci impongono di mettere a punto dei metodi per determinare che cosa sia realmente accaduto durante la vita di Gesù.                      8 I Vangeli sono biografie, nel senso che gli antichi attribuivano a questa  parola, di Gesù. Come tali, i Vangeli si basano su svariate fonti orali e scritte, utilizzate per stendere un resoconto cronologico della vita e delle opere di Gesù, da cui emergesse la sua personalità, sin dalle prime righe del testo.

IL MESSIA

Il termine “messia” deriva da una parola ebraica che significa “unto”, esatto equivalente del termine greco Christo; (quindi, "messia” e “Cristo” vogliono dire la stessa cosa). Nella Bibbia ebraica il termine è usato con riferimento al re degli ebrei, che era unto con l'olio in occasione della cerimonia di insediamento a simboleggiare il favore divino; pertanto, era definito unto del Signore” (cfr. 1Sam 10,1; Sal 2,2). Il termine finì per indicare un futuro liberatore di Israele soltanto quando, nel 587 a.c. i Babilonesi sconfissero il popolo di Giudea e ne detronizzarono il re. Da quel momento in poi, non ci fu più un unto (messia) a governare per svariati secoli (fino alla dinastia degli Asmonei, alla metà del 11 secolo a.c.). Ma alcuni ebrei ricordavano una tradizione in cui Dio aveva detto a Davide, il suo re preferito, che avrebbe avuto sempre un discendente sul trono (2Sam 7,14-16). É questa probabilmente l'origine dell'idea che sarebbe venuto un messia futuro a compiere le promesse di Dio, un re futuro come Davide, che avrebbe governato il popolo di Dio di nuovo come uno Stato sovrano nella Terra promessa. Negli anni del Nuovo Testamento, ebrei diversi avevano concezioni diverse di come sarebbe stato questo re futuro. Alcuni si aspettavano un re-guerriero come Davide; altri una figura più soprannaturale, che sarebbe venuta a giudicare la terra; altri ancora (come la cerchia che produsse i rotoli del Mar Morto) un re-sacerdote che avrebbe dato al popolo l'interpretazione autentica delle leggi di Dio. Tutte queste figure sono designate con il termine “messia” nelle fonti ebraiche antiche. In nessuna fonte precedente la stesura del Nuovo Testamento, però, si incontra un qualche riferimento a un messia futuro che doveva soffrire e morire per i peccati degli uomini. Questa nozione sembra sia stata una creazione cristiana, come vedremo megli. Potrebbe rappresentare una combinazione della credenza in un liberatore messianico con l'idea che chi è veramente giusto soffre, una idea espressa in passi biblici come Sal 22 e 69 e Is 53. Con grande stupore di molti lettori cristiani, però, in questi passi il termine “messia” non si incontra mai...      segue prossima settimana.

 

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