Gesù, il Figlio di Dio sofferente
Il Vangelo secondo Marco
Il fatto che i primi Vangeli cristiani fossero, dal punto di vista del genere letterario, biografie antiche di Gesù, in che modo ha influenzato la loro interpretazione? Dobbiamo considerarli resoconti storici attendibili? Opere di fantasia? O una sorta di via di mezzo? A queste domande risponderemo partendo dal Vangelo di Marco, il più breve e, con ogni probabilità, il più antico resoconto della vita di Gesù giunto fino a noi. In particolare, cercheremo di capire quale sia il messaggio dominante di questo scritto ed esamineremo una serie di scene in cui l'autore raffigura Gesù come il messia inviato da Dio a compimento delle Scritture ebraiche, il Figlio di Dio, scelto da Dio per portare a termine la sua missione in terra. Giunti a questo punto, le tradizioni orali che stanno alle spalle dei Vangeli e il genere letterario cui queste opere appartengono, è quello della biografia antica (di Gesù). Siamo quasi pronti, dunque, per tuffarci nello studio del testo dei Vangeli veri e propri. Ci resta da affrontare solo un altro aspetto di non secondaria importanza: le relazioni fra i quattro Vangeli canonici. Il problema sinottico Matteo, Marco e Luca sono molto simili fra loro e (come vedremo più avanti) molto diversi da Giovanni. I primi tre vangeli sono cosi simili fra loro - molte le storie che ricorrono, spesso nella stessa identica successione e con le stesse identiche parole - da poter essere incolonnati fianco a fianco e confrontati l'uno con l'altro. Ragion per cui sono chiamati "Vangeli sinottici" (dal latino "visti insieme"). Come si possono spiegare le tante concordanze, ma anche le tante differenze che questi Vangeli presentano fra loro? Tecnicamente, questa domanda costituisce il cosiddetto "problema sinottico". Sin dall'alba del cristianesimo, si è pensato di risolvere il problema ipotizzando che gli autori di questi testi abbiano tutti copiato dalle stesse fonti scritte, a volte mantenendone intatto il lessico, altre cambiandolo così come sembrava opportuno. Dalla fine del XIX secolo in poi, la maggioranza degli studiosi ha pensato che fosse possibile individuare quattro fonti diverse.
A. É opinione piuttosto condivisa fra gli studiosi che Marco sia il Vangelo più antico e che Matteo e Luca abbiano preso in prestito gran parte delle loro storie, spesso parola per parola, da Marco. Questa tesi va sotto il nome di 'priorità marciana'.
B. Matteo e Luca presentano molti passi in comune che non trovano riscontro in Marco ( per esempio, il Padre nostro e le Beatitudini). Non sembra però che uno dei due abbia derivato le proprie storie dall'altro. Evidentemente, devono averle desunte da una terza fonte che non è giunta fino a noi. Gli studiosi sono soliti indicarla con la lettera maiuscola Q (iniziale di Quelle, "fonte" in tedesco). Proprio da Q dipenderebbe il materiale che si trova in Matteo e in Luca, ma non Marco. La maggior parte di questo materiale consiste in detti di Gesù.
C. Matteo presenta alcune storie che non hanno riscontro in nessuno degli altri Vangeli (per esempio, l'omaggio dei saggi). Queste storie devono essere state tramandate da un'altra fonte che gli studiosi indicano con la lettera maiuscola M (la fonte speciale di Matteo), e che potrebbe anche essere in realtà un insieme di fonti, scritte o orali.
D. Infine, anche Luca presenta alcune storie che non hanno riscontro altrove (per esempio, la parabola del buon Samaritano) e che potrebbero essere derivate da un'altra fonte, di solito indicata con la lettera L (la fonte speciale di Luca). Anche in questo caso, potrebbe essersi trattato di svariate fonti diverse, scritte o orali. È questa la teoria delle quattro fonti, la soluzione più popolare del problema sinottico. Poiché, stando a questa soluzione, Marco sarebbe il Vangelo più antico, cominceremo il nostro studio del Nuovo Testamento proprio da lui. Marco, il Vangelo più antico. Non conosciamo l'identità dell'autore del Vangelo di Marco, sappiamo soltanto che era un cristiano di lingua greca che aveva avuto modo di ascoltare un sacco di storie su Gesù. Marco (continuerò a chiamarlo cosi non conoscendo il suo vero nome) scrisse un resoconto completo della vita di Gesù dalla sua comparsa, già adulto, sulle rive del Giordano per farsi battezzare da Giovanni, per finire con il racconto della sua resurrezione. Oltre alle storie che può avere ascoltato, Marco potrebbe aver utilizzato anche qualche fonte scritta in alcune parti della sua narrazione. Se sono esistite, in ogni caso, queste fonti non sono giunte fino a noi. Un saggio introduttivo come questo non può certo offrire un'analisi esauriente del Vangelo di Marco (come degli altri). Il suo scopo è soltanto quello di guidarvi nella vostra personale interpretazione del testo, fornendovi una serie di informazioni che vi aiutino a dischiuderne il significato. Per tutta la trattazione, darò per scontato che abbiate già familiarizzato con il contenuto del libro, leggendolo. Sono molti i modi per affrontare questa indagine. Noi lo faremo in modo diverso per ogni Vangelo. Studieremo Marco alla luce di quanto abbiamo accennato nelle uscite precedenti, che trovate sul sito. Immaginiamo di essere dei lettori preparati, che hanno dimestichezza con il genere letterario cui appartiene e conoscono il mondo in cui fu composto. Sapendo che quella di Marco è una sorta di biografia greco-romana di Gesù, possiamo domandarci chi era Gesù, secondo questo ritratto letterario, e che cosa fece. E come questo messaggio sia veicolato attraverso la forma della narrazione. Segue nella prossima uscita...