NUOVO TESTAMENTO – come entrarci

Seconda puntata

Nella puntata precedente abbiamo affrontato sommariamente la formazione del canone neotestamentario, la sezione successiva del Nuovo Testamento comprende ventuno epistole, ovvero lettere scritte da leader cristiani a varie comunità e a singoli individui. A rigor di termini, non tutte queste epistole sono missive personali: la Lettera agli Ebrei, per esempio, ha tutta l'aria di un'omelia cristiana antica, mentre la Prima lettera di Giovanni somiglia più a un trattato. Ciò nonostante, tutte queste ventuno lettere sono tradizionalmente chiamate epistole. Tredici sarebbero opera dell'apostolo Paolo; anche se in alcuni casi gli studiosi sono giunti a mettere in discussione quest'assunto. A ogni modo, la maggioranza di queste lettere, di Paolo o di altri, affronta problemi di natura teologica o pratica sollevati dalle comunità cristiane cui sono indirizzate. Ricapitolando, mentre i Vangeli descrivono le origini del cristianesimo e gli Atti degli Apostoli ne raccontano la diffusione, le epistole si concentrano soprattutto sulle credenze, sulle pratiche e sull`etica dei cristiani. Infine, il Nuovo Testamento termina con il Libro dell'Apocalisse, il più antico esempio a noi giunto di apocalisse cristiana. Questo scritto è opera di un profeta di nome Giovanni, il quale descrive il corso degli eventi futuri che condurranno alla caduta di questo mondo e a una nuova creazione. Come tale, il tema del libro è il trionfo finale del cristianesimo. Altri scritti cristiani antichi I libri che ho appena descritto, però, non erano gli unici testi che circolavano fra i primi cristiani, né furono riuniti sin dalle origini in un corpus letterario chiamato "Nuovo Testamento". Sappiamo dell'esistenza di altri scritti che non sono sopravvissuti fino a noi. Nella Prima lettera ai Corinzi, per esempio, l"apostolo Paolo fa riferimento a un testo inviato in precedenza alla stessa comunità (1Cor 5,9) e allude anche a una lettera che i Corinzi avevano indirizzato a lui (7,1). Purtroppo, questa corrispondenza è andata perduta. In compenso, abbiamo altri testi non inclusi nel canone. I più noti vanno sotto il nome di letteratura dei Padri apostolici. Con l"espressione "Padri apostolici" si è soliti indicare un gruppo di autori cristiani, vissuti all'inizio del II secolo, le cui opere furono considerate autorevoli presso singoli circoli (proto)cristiani; in certi ambienti, addirittura alla stessa stregua dei Vangeli o delle lettere di Paolo. Non a caso, alcuni dei manoscritti antichi del Nuovo Testamento in nostro possesso includono le opere dei Padri apostolici come se facessero parte del canone. Altri scritti cristiani, sconosciuti in precedenza, sono stati scoperti invece soltanto nel XX secolo. Alcuni di essi contraddicono chiaramente quelli contenuti nel Nuovo Testamento; altri furono forse utilizzati come sacra scrittura da qualche gruppo di cristiani. Molti si dicono scritti da apostoli. La scoperta più spettacolare si è avuta nel 1945 nei pressi della cittadina di Nag Hammadi, in Egitto, dove alcuni beduini, mentre andavano alla ricerca di un concime naturale, scoprirono per caso una giara che conteneva tredici codici frammentari conservati in astucci di cuoio. Questi codici, vere e proprie raccolte antologiche, contengono in tutto cinquantadue trattati scritti in copto (antica lingua egizia). Mentre i volumi, da un punto di vista materiale, furono confezionati intorno alla metà del IV secolo ( lo sappiamo perché alcune rilegature risultano rinforzate con papiri di recupero recanti delle date), i trattati che contengono sono molto più antichi, e i loro titoli a volte ricorrono in autori del II secolo. Prima di questa scoperta, sapevamo dell'esistenza di questi libri, ma non ne conoscevamo il contenuto. Che genere di testi sono? Ci sono epistole, apocalissi e raccolte di insegnamenti segreti. I più interessanti però sono alcuni Vangeli, fra cui uno apparentemente scritto da Didimo Giuda Tommaso, considerato da alcuni cristiani dell'epoca il fratello gemello di Gesù. Questi libri erano accettati come sacra scrittura all'interno di certi gruppi proto-cristiani. Perché alla fine questi libri - come altri simili - non sono stati inclusi nel canone, mentre altri sì? Quando è che si è deciso? E con quali criteri? . I cristiani non sono stati i primi ad avere l'idea di raccogliere un certo numero di scritti ritenuti autorevoli in un canone sacro. In questo avevano almeno un precedente. Infatti, sebbene quasi tutte le altre religioni praticate all'interno dell'impero romano non attribuissero a dei documenti scritti il valore di autorità per giustificare le loro convinzioni e pratiche religiose, il giudaismo sì. Gesù e i suoi seguaci per primi erano ebrei e avevano familiarità con gli antichi scritti che finirono per entrare a far parte del canone delle Scritture ebraiche. Sebbene la maggior parte degli studiosi oggi ritenga che un vero e proprio canone della Scrittura ebraica non esistesse ancora al tempo di Gesù.

 

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