PIETRE, CRISTALLI e METALLI

QUARZO

Sotto questo nome va l'intero gruppo di minerali composti di ossido di silicio e, in percentuale variabile dallo 0% al 20% di acqua. I quarzi microcristallini assumono questo nome per estensione, ma vengono catalogati a gruppi con termini specifici a seconda delle caratteristiche (vedi ad esempio i calcedoni: agate, legno fossile, crisoprasio, corniola, diaspri, onici ecc. oppure gli opali). In senso stretto questo termine indica invece i quarzi microcristallini e aggregati: quarzo ialino (popolarmente detto cristallo di rocca), quarzo citrino, affumicato e rosa. A questo stesso gruppo appartengono anche: ametista, avventurina, e occhio di gatto, falco e tigre già esaminati seguendo l'ordine alfabetico. Un cristallo può essere singolo e presentarsi con una radice e una punta, oppure aggregato ad altri cristalli a formare un insieme di punte collegate da una sola matrice. Nasce anche biterminato, ovvero con due punte e nessuna radice.

Il quarzo, come già detto nell'introduzione, può essere definito uno strumento del nostro tempo ed anche se quello industriale ormai sintetico, riprodotto chimicamente, avvicinarsi a quello naturale sarà una continua scoperta del suo e del nostro potenziale. Una folta schiera di studiosi è all'opera per determinare quante e quali utilizzazioni ulteriori consenta, non ultime le possibilità di intervento sul campo energetico umano. All'origine di una qualsiasi azione c'è un pensiero ed un'energia conseguente. Il cristallo di quarzo è un potente commutatore di energia: riceve, trasmette e stabilizza gli impulsi che gli vengono indirizzati. Inoltre, il suo flusso resta stabile e indipendente da qualunque interferenza emotiva, in interazione con l'energia dell'uomo che, al solo contatto, ha stimolato per piezoelettricità il movimento degli elettroni. Un quarzo non teme la morte e non affronta la vita con questa paura, semplicemente esiste e risponde agli stimoli ricevuti senza discriminazione alcuna. Gli antichi ritenevano che il quarzo ialino fosse ghiaccio (………) "congelato per l'eternità". Oggi ne conosciamo la struttura fisica e chimica, ma la sua forma esagonale e la sua trasparenza in equilibrio armonico possono rimandare, come uno specchio, un'enorme quantità di informazioni a chi è realmente in ricerca. "Chi sono? Dove vado? Da dove vengo? Perché?": queste le inevitabili domande di ogni uomo. Perché non rivolgerle alla natura e insieme, in armonia, tentare un nuovo tipo di ascolto, molto più sensibile e sottile: un'eco interna? Un cristallo naturale è una fra le più alte manifestazioni di architettura ed equilibrio armonico visibili all'occhio umano, tanto che nel tempo questo termine è diventato sinonimo di purezza, limpidezza, forza nella fragilità.

È preferibile scegliere la definizione quarzo ialino a quella di cristallo di rocca: ormai la fabbricazione del vetro ha raggiunto tali livelli da confondere l'arte dell'uomo con quella di madre natura. Dopo la lavorazione l'apparenza è di similitudine, ma l'assenza e le proprietà ben diverse. Il cristallo di quarzo è la pietra-guida verso la chiarezza. Attraverso le sue pareti trasparenti la luce si scinde nei sette colori del prisma. Ci si può "lavorare" in tutte le parti del corpo, ma un'azione velocemente riscontrabile la esercita sui vortici della testa: Coronale, dell'ipofisi e il Laringeo da dove scarica consentendo un corretto equilibrio di scambio. Cercare con rispetto nelle culture arcaiche, investigando quegli aspetti e ideologie rimasti invariati nel corso di millenni, è talvolta considerato temerario e deplorevole. "Si può essere accusati di fuga dalla realtà o addirittura di oscurantismo" scrive Mircea Eliade, eppure forse si tratta di "uno strano complesso di inferiorità della cultura europea". Gli sciamani, i medicine-men, indiani americani del Nord e del Sud, oceano-australiani, della Malacca, eccetera, considerano il cristallo una sostanza sacra, "una pietra di luce" collegata col cielo.

È attraverso i quarzi, presenti già fin dalla prima iniziazione, che un sacerdote e guaritore percepisce l'invisibile. Questi frammenti di origine celeste "riflettono tutto ciò che accade sulla terra". Di pari passo con la tradizione, medici e scienziati americani ed europei si sono sbilanciati in esperimenti terapeutici di intervento sul campo bio-plasmico con il cristallo di quarzo. Per ognuno di noi si tratta di ricollegarsi con se stesso, all'interno, cercando il silenzio più assoluto, senza le interferenze mentali di un "fare meccanico" e di ascoltare semplicemente il fluire della vita: il pulsare del respiro che collega con l'esterno; il battito cardiaco che segna un tempo in espansione; la sensazione dei sentimenti che nel collegamento avvenuto si percepiscono fisicamente; lo scorrere quieto su uno "schermo", finalmente sintonizzato e senza interferenze, di pensieri e ricordi veramente consapevoli. Questa armonia nel sentirsi "uno" e contemporaneamente parte del tutto viene amplificata e "chiarificata" dai quarzi. I fanatici delle nuove applicazioni tecnologiche conoscono il collegamento che avviene tra gli strumenti a fibre ottiche, realizzate appunto con cristalli di quarzo. In queste pagine non c'è spazio per le leggende di Atlantide, di cui si fa un gran parlare soprattutto negli Stati Uniti, al fine di promuovere la vendita dei cristalli. È pur vero che leggenda significa storia con una parte di verità, ma l'argomento meriterebbe una ricerca approfondita ed uno spazio esclusivamente rivolto a quel tema. Evitarne il racconto è esclusivamente una scelta per non confondere le idee con qualche cenno superficiale. La proposta è quella di un'esperienza verificabile e attuabile esclusivamente da un individuo su se stesso. Il potenziale non è fuori, ma dentro. Le casse di amplificazione di uno stereo, che ci consentono un ascolto ottimale, non funzionano se non sono collegate con l'alimentatore e se non c'è corrente.

Un cristallo va programmato. La tecnica suggerita è sempre affidata all'intuizione, pura energia di pensiero. L'idea terapeutica del cristallo non ha nulla a che vedere con le superstizioni che la tradizione, svilita nel tempo e depauperata della sostanza, ha tramandato; quella, in poche parole "del sentito dire". Sperimentare i cristalli dovrebbe significare andare al di là del concetto di "rimedio", varcare l'ostacolo e arrivare alla radice del sintomo che provocato uno stato di disagio, sia esso fisico che, ancora, psichico. La reazione dell'organismo non sarà necessariamente quella di immediata eliminazione; nella maggior parte dei casi, se l'esperienza è corretta, i disturbi saranno accentuati, ma solo temporaneamente. Ci vorrà il tempo di percepire con esattezza, senza menzogne, di cui siamo abili artefici in primo luogo con noi stessi, dove parte il segnale per ascoltarlo là dove nasce. Dopo quest'invito ad una verifica diretta e circostanziale, possono essere riportate anche le informazioni, personalmente verificate, sullo studio attuale di questa nuova proposta terapeutica. Molti ricercatori raccolgono statisticamente e in modo dettagliato ogni fenomeno si manifesti con l'uso dei quarzi. Si registra qualunque modificazione avvenga a livello fisiologico: aumento della sudorazione e conseguente cambiamento di odore, variazione delle secrezioni e "rumori" interni, temperatura, pressione cambi delle frequenze nel processo di "purificazione" o meglio di "riarmonizzazione". Questi studiosi, inoltre, catalogano, a seconda della struttura, composizione, forma e grandezza, le varietà dei cristalli suggerendone di conseguenza l'applicazione adeguata. I Cristalli Tabulari, ad esempio, così definiti per la forma piatta, con due delle sei facce più larghe e opposte tra loro, si sperimentano per verificare l'ipotesi che servano quale connessione tra due vortici energetici, come un ponte che sblocchi il meridiano di collegamento. Un "tabulare" appoggiato tra il Cardiaco ed il Laringeo, in corrispondenza della ghiandola del timo in pratica, stimola l'espressione verbale dei sentimenti. Sul Coronale equilibra il lavoro dei due emisferi cerebrali, così da bilanciare il lavoro della mente razionale con l'intuizionale, al fine di ottenere una cosciente forma-pensiero. Anche i Cristalli biterminati, ovvero quelli in cui le sei facce si uniscono a punta entrambe le terminazioni, vengono usati per fluidificare quei blocchi che impediscono la comunicazione tra fisico e psichico. Il campo energetico pare accentuato dalla particolare struttura. La più sorprendente delle sperimentazioni, soprattutto agli occhi europei, è quella dell'accelerazione cellulare per la rigenerazione dei tessuti, al fine di rallentare il processo di invecchiamento e la conseguente formazione di rughe. Un quarzo ialino, poi, è la chiave d'entrata migliore, prima di ogni altra pietra. Il campo bio-plasmico, una volta ripulito dal punto di vista energetico, interagirà più agevolmente con la vibrazione, data dal colore, dalla forma e dalla sostanza delle altre gemme. Nelle isole Hawaii, che sembrano essere uno dei vortici energetici del pianeta, gli abitanti, e non ci si riferisce solo agli indigeni, hanno da tempo riscoperto l'uso dei cristalli. Nell'isola di Maui gruppi di cristalli di ogni dimensione sono disposti all'interno e all'esterno di case costruite sul principio base di armonia con la natura e messi a salvaguardia della purezza dell'ambiente. Ingegneri giapponesi hanno collocato nella stanza dei computers agglomerati di quarzo attraversati da concrescimenti di tormalina nera. Ad un avventore qualsiasi appaiono come oggetti ornamentali, mentre sono là per proteggere gli operatori e i programmatori: assorbono e filtrano le radiazioni emesse dai terminali. Un "occhio" informato e sveglio si accorgerà delle piramidi di cristallo su molti edifici newyorkesi e di molte altre applicazioni che sfuggono allo sguardo distratto di un razionalista occupato solo dai suoi "maturi" e progrediti atteggiamenti mentali. Lasciando da parte ogni considerazione preconcetta e precostituita ed ogni informazione, comprese quelle offerte in queste pagine, che non derivino da una personale ed attenta esperienza, avviciniamoci ai cristalli con l'unico elemento indispensabile alla conoscenza della natura in ogni sua forma: l'amore. "Qual è l'aspetto più importante nel cervello che bisognerebbe scoprire?" chiesi al professor Karl Pribram, uno dei più grandi neurofisiologi viventi, docente e ricercatore alla Stanford University in California. Rispose, lasciando stupito persino il mio "io più credulone": "cosa bisognerebbe conoscere più di ogni altra cosa? Cosa rende vitale la relazione tra cervelli e corpo? L'amore, Mario, l'amore".

 

 

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