SPINELLO
L'origine del nome è incerta; se derivasse dal greco significherebbe "scintilla", mentre dal latino "spina" sarebbe "punta". Ambedue le ipotesi, osservandolo, paiono valide: si tratta, infatti, di cristalli di alluminato di magnesio. La sua colorazione varia dal più diffuso ed apprezzato rosa-rosso al violetto, dal giallo all'arancio, dal verde scuro al blu notte, quasi nero. I maggiori giacimenti sono in Birmania e Sri Lanka. La varietà rossa, per lo più proveniente dall'Afghanistan, è quella che facilmente si scambia per rubino. Fino a 150 anni fa non vigeva alcuna distinzione. Oggi se sentite offrirvi un "rubino balascio" rispondete se vi piace: "che bello spinello!" e osservate attentamente il mutarsi dell'espressione del venditore. Da un punto di vista terapeutico questa gemma è molto utile per i problemi di pelle. Se i disturbi che intaccano lo strato epiteliale dipendono da cattiva digestione per uno stato di intossicazione diffuso bisognerà usare lo spinello sui toni arancio, se invece sono provocati da instabilità nervosa, anche legata al desiderio sessuale, sarà preferibile quello verde-blu. La varietà rosa-rossa agirà sul sangue e il suo raggio d'azione potrà essere ampliato dal diamante. È consigliabile in ognuno di questi casi accoglierlo dal vortice delle mani (sinistra per le donne e destra per gli uomini). Lo spinello è una gemma non eccessivamente costosa e molto decorativa. Più caro e d'interesse collezionistico il "gahnite", o spinello di zinco, elemento quest'ultimo veramente prezioso per l'elasticità della pelle. Coloro che non hanno fortuna di trovarlo potranno consolarsi facendo l'elisir di questa gemma, per usarlo poi associato all'oligoelemento zinco.