PIETRE, CRISTALLI e METALLI

ZAFFIRO

(CORINDONE)

 

Il nome potrebbe derivare da una parola greca, che significa blu, dall'isola "Sapphirius" nel Mar Arabico o dalla parola ebraica "sappir", ovvero "per incidervi", in relazione alla pietra usata da Mosé per le Tavole della Legge. Gli antichi, in realtà, indicavano con questo termine diverse pietre di colore blu, in particolar modo il lapislazzuli. Quest'ultimo era lo "zaffiro regio" di cui parla Epiphanio, lo corregge Alberto Magno. Il vero zaffiro, aggiunge, è chiamato "gemma sacra", soprattutto per la comparazione scritta nel Vecchio Testamento: "…e videro il Dio di Israele: sotto i suoi piedi v'era come un lavoro di zaffiri uguale al cielo quando è sereno" (Esodo 24, 10). San Geronimo aggiunge di "aver virtù di far grazioso chi lo porta in dito, appresso agli uomini et i Principi, riconciliare le inimicitie, liberar gli incarcerati, et placar l'ira di Dio". Andrea, vescovo di Cesarea, nel suo studio sulle pietre della Gerusalemme celeste di San Giovanni compara San Paolo ad uno Zaffiro, per il colore corrispondente al terzo cielo che egli raggiunse. La tradizione buddista è d'accordo affermando che stimola il desiderio profondo di preghiera e devozione, così da raggiungere la vera pace interiore. Il colore più pregiato è il blu-fiordaliso, che deve al ferro e al titanio, ma la sua composizione base, come per il rubino e per gli altri corindoni, ossido di alluminio. I cristalli naturali si presentano come prismi tozzi bipiramidali. La varietà incolore, quella gialla e la verde, dovrebbero essere chiamate "corindone bianco, giallo o verde". I giacimenti più significativi si trovano nello Sri Lanka, in Birmania, Thailandia e nella Nuova Scozia del Sud (Australia). Il blu intenso e trasparente di questi cristalli, pare sia molto simile al colore del vortice Cardiaco (4°) e sarà dunque questa l'entrata consigliata per il "lavoro" con questa gemma colto alla ricerca dei legami, delle connessioni tra un centro e l'altro. La sperimentazione lo segnala come un efficace antidepressivo, ma anche come attivatore dell'intuito. Forse si potrebbe osare la definizione di "cristallo dell'ispirazione": attraverso i canali energetici arriva a stimolare la pituitaria. Da un punto di vista fisico migliora la vista e rinforza "le memorie". L'emanazione dello zaffiro aiuta a divenire più percettivi a quei segnali che arrivano dal "sottile" intuito, per aiutarci a prendere le giuste decisioni della vita con una chiara visione del nostro cammino. L'asterismo, ovvero quella luce a stella a sei punte ben visibile all'interno del taglio cabochon, che lo fa definire zaffiro stellato, pare amplificare la possibilità di entrata nella ghiandola pineale. Si consiglia di appoggiare la gemma sulla nuca, sui vortici delle mani (sinistra per le donne, destra per gli uomini) e dei piedi (destro per le donne, sinistro per gli uomini). La migliore amplificazione si ottiene lasciandolo sotto piramide o al centro di un dodecaedro quando la Luna è opposta al Sole.

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